La Nagasaki Sunset Road: tramonti, cristianesimo e Godzilla


La Nagasaki Sunset Road [長崎サンセットロード] è un affascinante percorso che attraversa città come Matsuura [松浦], Hirado [平戸], Sasebo [佐世保] e Saikai [西海] lungo la suggestiva costa occidentale della prefettura di Nagasaki [長崎], fino a giungere a Nomozaki [野母崎]. Questo itinerario abbraccia la linea costiera più occidentale del Giappone da nord a sud, offrendo l’opportunità di godersi appieno i tramonti sul mare da qualsiasi punto lungo il percorso.

Da Matsuura, una cittadina situata a nord della prefettura, la strada prosegue attraverso Hirado, conosciuta dagli europei come Firando. Qui, nel 1609, gli olandesi stabilirono il loro primo avamposto commerciale in Giappone. Hirado è stata il principale centro degli scambi commerciali tra il Giappone e il resto del mondo fino a quando, sotto la pressione del bakufu Tokugawa, fu trasferito a Nagasaki sull’isola artificiale di Dejima [出島].

La strada prosegue attraverso la città di Sasebo, dove attualmente risiedo. Da un umile villaggio di pescatori controllato dalla vicina Hirado, Sasebo si trasformò durante il periodo Meiji [1603-1867] in una città di rilevanza non solo nazionale, ma anche internazionale.

Grazie alla morfologia del suo porto, caratterizzato da acque profonde e protette, la Marina Giapponese scelse di stabilire qui la sua base per le missioni durante le guerre sino-giapponese e russo-giapponese. Nonostante il ruolo cruciale svolto durante il conflitto nel Pacifico, la città fu risparmiata dai bombardamenti americani, probabilmente perché gli Stati Uniti avevano già individuato questa struttura preesistente per le proprie attività.

Nel 1946, la Marina Militare degli Stati Uniti assunse il controllo delle strutture e istituì U.S Fleet Activities Sasebo, che ancora oggi fornisce supporto logistico alla Settima Flotta del Pacifico, con sede principale a Yokosuka.

Nella zona di Sasebo attraversata dalla Sunset Road si possono ammirare le kujūku-shima [九十九島], conosciute come le “99 isole”. In realtà, queste isolette superano le 200, formando un labirinto incredibile da esplorare. Il nome kujūku-shima, in modo figurativo, riflette l’impossibilità di contare con precisione il loro numero.

Questo concetto mi porta alla filosofia shintoista che descrive il Giappone come il paese degli yaoyorozu no kami [八百万の神], ovvero “otto milioni di kami”. La forte componente animista presente nelle shintoismo crede che ogni oggetto o fenomeno naturale possa essere abitato da un kami (divinità), il termine yaoyorozu viene utilizzato per indicare l’impossibilità di enumerarli tutti.

Fonte: sasebo.com

La scena d’apertura del film “L’Ultimo Samurai” si svolge proprio sulla vista delle 99 isole, osservate da un’altura conosciuta come Ishidake [石岳]. Questo punto panoramico è noto come tenkaihō [展海峰], e sulla sua cima si erge un tenbōdai [展望台], un belvedere, che offre una magnifica vista a 180° sulle isole. La bellezza scenografica di questo luogo, soprattutto al tramonto, lo ha reso la location ideale per il film hollywoodiano.

Fonte: Nagasaki-tabinet

Dopo aver lasciato Sasebo, il viaggio prosegue verso sud attraverso il Saikai-bashi [西海橋], il Ponte di Saikai. Questo imponente ponte ad arco attraversa lo stretto di Hario [針尾], collegandosi alla Nishisonogi-hantō [ 西彼杵半島], la penisola di Nishisonogi, dove sorge anche Nagasaki.

Costruito nel 1955, al momento della sua realizzazione era il terzo ponte più grande al mondo e il più grande in Asia.

Grazie alla forza delle maree nello stretto di Hario, durante la primavera e l’autunno si formano vortici enormi che attraggono numerosi visitatori per partecipare all’uzu-shio matsuri [うず潮祭り], il “Festival dei Vortici”. Questo evento si tiene sia in primavera che in autunno. Se desiderate partecipare a questo matsuri, vi consiglio di visitare durante la primavera, quando circa mille ciliegi sono in fiore nel parco vicino al ponte. Un momento particolarmente suggestivo è quando i petali di ciliegio cadono nelle acque agitate e cominciano a vorteggiare, creando un effetto di grande bellezza.

Fonte: Saikai-machi web site

Come raccontato in un precedente articolo, nella penisola di Nishisonogi i Kakure Kirishitans, i “cristiani nascosti”, giapponesi che fuggivano dall’editto che proibiva il Cristianesimo durante il periodo Edo, trovarono rifugio presso la città di Sotome [外海]. I Kakure Kirishitans di questa zona, così come quelli di Hirado e di altre aree della prefettura di Nagasaki, continuarono a seguire le proprie tradizioni religiose, anche se nel tempo si sono notevolmente differenziate dal Cristianesimo che tutti conosciamo.

La Sunset Road si sovrappone al percorso del pellegrinaggio di Nagasaki, contribuendo a creare un’unica “strada panoramica” che celebra sia la bellezza naturale che la ricca cultura della regione. In collaborazione con le organizzazioni lungo il tragitto, l’obiettivo è sviluppare la Nagasaki Sunset Road come una delle principali attrazioni della prefettura.

I siti che offrirono rifugio ai kakure kirishitan sono stati ufficialmente riconosciuti come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Questo riconoscimento celebra la ricca storia del cristianesimo in Giappone, una storia caratterizzata da una fede tenace che ha sempre convissuto con le tradizioni dello shintoismo e del buddismo, così come con le dinamiche sociali del paese.

Il cristianesimo giapponese ha mantenuto la sua identità unica anche durante i periodi in cui è stato vietato. I luoghi di culto cristiani nelle regioni di Nagasaki, Shimabara, Hirado e Amakusa sono testimonianze viventi di questa tradizione straordinaria e del modo di vita dei fedeli, che hanno segretamente tramandato la propria fede anche a rischio della propria vita.

Questi siti sono veri e propri tesori storici che raccontano storie di resilienza, coraggio e devozione, incarnando la perseveranza e la determinazione delle comunità cristiane giapponesi nel preservare la propria fede attraverso i secoli.

La designazione come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO è un tributo alla loro importanza culturale e al loro significato universale, che va oltre i confini del Giappone e parla alla condizione umana universale di ricerca spirituale e di difesa delle proprie convinzioni, anche nelle circostanze più difficili.

Nella zona di Sotome è anche possibile esplorare il bungaku-kan [文学館], il Museo Letterario dedicato a Shūsaku Endō [遠藤周作], l’autore del celebre romanzo “Chinmoku” [沈黙], che ha ispirato il film “Silence” del regista premio Oscar, Martin Scorsese.

「神様が僕のためにとっておいてくれた場所」

“Il posto che Dio ha tenuto per me”

Affascinato dalla storia e dalla cultura uniche di queste zone, si dice che Endō abbia visitato questo luogo anche dopo aver completato il romanzo, definendolo persino “il posto che Dio ha tenuto per me”.

l museo letterario, situato su una collina che domina il sumō-nada [角力灘], il mare di Sumō(すもうなだ), è un elegante edificio, all’interno del quale, sono esposti gli oggetti appartenuti allo scrittore, insieme ai suoi manoscritti originali e alla sua collezione di libri, offrendo una panoramica della sua vita e del suo lavoro. Oltre alla mostra permanente, vengono organizzate mostre speciali ogni due anni, ognuna con un tema diverso.

Nagasaki tabinet

Poiché vi trovate nella zona, consiglio vivamente di fare una breve visita anche al Karematsu Jinja [枯松神社]. L’interessante storia di questo santuario sarà trattata in un articolo a parte.

Continuando verso sud lungo la Sunset Road, si attraversa la città di Teguma [手熊], di cui ho già parlato in un articolo precedente riguardante le celebrazioni tradizionali del setsubun nella prefettura di Nagasaki.

Guardando verso il Gotō-nada [五島灘], il mare che si estende tra l’isola di Kyūshū e le isole Gotō, noterete immediatamente unp scoglio che assomiglia al più famoso kaijū [怪獣] che il mondo abbia mai conosciuto. Sto parlando di Gojira [ゴジラ], o come è conosciuto al di fuori del Giappone, Godzilla.

Gli abitanti del luogo la chiamano gojira-iwa [ゴジラ岩] e vista dalla strada sembra proprio che Godzilla stia tornando in mare.


Quello di Teguma non è l’unico scoglio in Giappone ad avere le sembianze di Gojira. Ce ne sono altri cinque rispettivamente in Hokkaidō, Akita, Ōshima [un’isola al largo delle coste di Tōkyō], Ishikawa e Kyōto.

Il nome Godzilla deriva dalla traslitterazione (romanizzazione) del nome originale giapponese Gojira (ゴジラ), che è composto da due parole giapponesi: gorira (ゴリラ), “gorilla”, e kujira (クジラ), “balena”. Questa combinazione di termini riflette le dimensioni, la potenza e l’origine acquatica del leggendario mostro Godzilla.

Gojira è il nome originale giapponese dell’iconico mostro, che in seguito è stato adattato in “Godzilla” per il pubblico di lingua inglese.

Il viaggio prosegue verso sud, dove si attraversa il Megami-oohashi [女神大橋]. Questo ponte, che si erge a oltre 65 metri al di sopra del livello del mare, permette alle imponenti navi da crociera di entrare nella baia di Nagasaki. Ogni sera, il ponte viene illuminato, creando uno spettacolo meraviglioso che lascia senza fiato.


Passato il ponte Megami-bashi la Nagasaki Sunset Road continua il suo viaggio verso sud lungo la Nomozaki Hantō attraversando villaggi di pescatori e natura incontaminata.

Situata a soli 40 minuti di navigazione dal porto di Nagasaki, c’è un isola chiamata Hashima [端島], ma conosciuta da tutti come Gunkanjima [軍艦島], che significa in giapponese “nave da guerra”. Originariamente una miniera di carbone sottomarina do proprietà della Mistubishi, questa piccola isola è stata trasformata in un’area abitativa artificiale riempiendo gli spazi gli scogli circostanti.

La caratteristica più distintiva di Gunkanjima è la sua somiglianza con la maestosa nave da guerra Tosa, che ha ispirato il suo soprannome. Nel 1960, l’isola era la casa di circa 5300 abitanti, vantando la più alta densità di popolazione in Giappone all’epoca.

Le sue strade strette erano animate da scuole elementari e medie, ospedali e una miriade di strutture ricreative, tra cui cinema e sale da gioco, che soddisfacevano le esigenze degli abitanti.

Il carbone estratto dalle miniere di carbone di Hashima era di ottima qualità e ha contribuito in modo significativo alla modernizzazione del Giappone. Tuttavia, con il passaggio dal carbone al petrolio, l’isola ha iniziato a declinare e ha chiuso nel 1974. Gli abitanti dell’isola se ne andarono portando con sé una varietà di esperienze, trasformandola in un’isola disabitata.

Nel 2009 è diventato possibile per il pubblico sbarcare sull’isola e oggi molte persone partecipano a tour che permettono di visitare l’Isola Gunkanjima. Nel luglio 2015 è stata ufficialmente registrata come Patrimonio Mondiale dell’Umanità sotto il nome di “Industrializzazione dell’era Meiji in Giappone – Ferro e Acciaio, Cantieristica Navale, Industria del Carbone”.


Percorrendo la kokudō 499 [国道499号線], la strada statale 499 lungo la penisola di Nomozaki, con il mare di Sumō che si staglia alla vostra destra, oltre alla possibilità di ammirare una vista mozzafiato della costa, e l’imponente Gunkanjima, si vedrà una formazione rocciosa davvero singolare, con una corda tesa tra di esse: sto parlando delle celebri meoto-iwa [夫婦岩], le rocce “Marito e Moglie”.


Guardando verso il mare, sulla sinistra si erge la otoko-iwa [男岩] roccia maschile, che si innalza per 11 metri, mentre sulla destra troviamo la meiwa [女岩] roccia femminile, della stessa altezza.

Questa è una località rinomata per i suoi tramonti, soprattutto durante il solstizio d’estate, quando il sole tramonta all’orizzonte e si tuffa nel mare attraverso lo spazio tra le imponenti rocce.

Nel 1994, questo luogo è stato ufficialmente designato come monumento naturale dalla prefettura di Nagasaki. Inoltre, nel 2013 è stato riconosciuto come una delle “100 vedute naturali viventi di Nagasaki“, confermando la sua importanza e bellezza nella regione.

Situato all’estremità meridionale della suggestiva penisola di Nagasaki, sorge il Nagasaki Nomozaki kyōryū Paaku [長崎のもざき恐竜パーク], il Parco dei dinosauri di Nagasaki-Mozaki un gioiello incantato che ospita uno spettacolo mozzafiato: il suisen no oka [水仙の丘], la collina dei narcisi.

Questo parco incantato si estende su tre piccole colline panoramiche, ognuna con il suo punto di osservazione unico: l’osservatorio nord, l’osservatorio est e l’osservatorio ovest. Qui, tra i sentieri tortuosi e le viste panoramiche, circa 10 milioni di narcisi creano un mare di colori e profumi, regalando un’esperienza sensoriale indimenticabile per chiunque abbia la fortuna di visitarlo.


L’imponente panorama marino di Nomozaki è davvero mozzafiato. Dall’osservatorio settentrionale, si può ammirare l’incantevole isola di Ta no kojima [田の子島], accessibile a piedi durante la bassa marea, e godersi una vista panoramica su Gunkanjima, patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Durante i mesi invernali quando il cielo è terso, lo sguardo può spaziare fino a Gotō rettō[五島列島, ]’arcipelago di Gotō. Il contrasto tra il cielo azzurro e il mare profondo è straordinario. Dall’osservatorio occidentale, si può contemplare lo spettacolo del vasto mare e dell’adorabile cittadina di pescatori Nomo-gyokō [野母漁港].

Tra la fine di dicembre e la metà di gennaio ogni anno, le colline sono magnificamente adornate di narcisi in fiore, creando un’atmosfera colorata e ricca di profumi. Nomozaki è rinomata come una delle principali regioni produttrici di narcisi del Giappone occidentale, e in questo periodo si tiene il Nomozaki suisen matsuri [のもざき水仙まつり], il Festival dei narcisi di Nomozaki, che attira moltissime persone da tutto il paese.

La Nagasaki Sunset Road offre molto più di un semplice percorso panoramico. È un viaggio attraverso la storia, la cultura e la bellezza naturale di Nagasaki, che si svela gradualmente con ogni curva della strada. I tramonti mozzafiato che si possono ammirare lungo questo percorso rimangono impressi nella memoria, mentre le pittoresche vedute sul mare e sulle colline creano un’atmosfera di pace e serenità.

Chi percorre la Nagasaki Sunset Road ha l’opportunità di immergersi completamente nell’incantevole paesaggio di questa regione, lasciandosi trasportare dalle emozioni che solo un tramonto sul mare può suscitare. È un’esperienza che rimane nel cuore di chiunque abbia avuto il privilegio di attraversare queste strade e di contemplare lo spettacolo della natura in tutto il suo splendore.

Che si tratti di un viaggio breve o di un’esperienza più prolungata, la Nagasaki Sunset Road offre un viaggio indimenticabile attraverso la bellezza e la tranquillità del paesaggio giapponese.


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