Mentre sistemavo gli appuntamenti di lavoro sul calendario ho visto riportata la seguente frase:
「万物盈満すれば草木枝葉繁る」
Banbutsu eiman sureba kusaki edaha shigeru
Il significato di questa frase è che quando il clima diventa mite le piante e gli altri esseri viventi crescono e prosperano.
La frase è ripresa dal koyomi binran (暦便覧), un manuale di approfondimento del calendario pubblicato durante il periodo Edo (1603-1868) da Taigensai (太玄斎).
Oltre a fornire informazioni dettagliate sul calendario, il koyomi binran include anche spiegazioni complete sui nijūshisekki (二十四節気), i ventiquattro periodi solari, rimanendo un punto di riferimento importante per la loro comprensione anche ai giorni nostri.
La frase precedente è stata riportata sul calendario per segnare la fine di uno questi ventiquattro periodi solari. Sto parlando del periodo conosciuto come shōman (小満), terminato il 4 Giugno.
Shōman è la fase in cui ogni essere vivente cresce gradualmente, riempiendo cielo e terra. Coincide con la maturazione delle spighe del grano seminato in autunno, e si dice porti un po’ di soddisfazione e rassicurazione per il futuro raccolto. Questa fase rappresenta un momento di transizione, con il clima che diventa caldo e umido.
Shōman, l’ottavo dei ventiquattro periodi solari, quest’anno è iniziato il 20 Maggio, con una durata che si estende fino al 4 Giugno. Sebbene generalmente si collochi tra il 21 Maggio e il 4 Giugno circa, la data esatta non è mai fissa. I ventiquattro periodi solari dividono l’anno in 24 segmenti di circa 15 giorni ciascuno, allo scopo di comprendere il cambio delle stagioni. Tuttavia, poiché la loro determinazione si basa sulla divisione dell’anno in 24 parti uguali in base al movimento del sole, non sono fissi e possono variare di circa un giorno. Di conseguenza, il termine shōman può riferirsi sia al giorno specifico dell’inizio del periodo, sia all’intero lasso di circa 15 giorni che va da shōman a bōshu (芒種), il nono dei ventiquattro periodi solari.
Lo shōman porta con sé il momento dell’ inizio del raccolto del grano, ormai pronto per essere mietuto. Seminato durante l’inverno, il grano attende questo periodo per essere finalmente raccolto. Questa fase è conosciuta come bakushū (麦秋) o mugiaki (麦秋), termini che figurano come parole stagionali legate all’ estate. Nonostante si tratti della stagione estiva, il kanji di “autunno” (秋) viene utilizzato in entrambe le parole in paragone con l’autunno, e il periodo di maturazione del riso. La doratura delle spighe di grano crea un suggestivo scenario simile a quello delle dorate spighe di riso autunnali.
Anche i fenomeni atmosferici di questo periodo hanno dei nomi riconducibili alla coltura del grano come ad esempio la pioggia, è chiamata bakū (麦雨, pioggia di grano). Il vento che soffia sui campi di grano è chiamato mugi no akikaze (麦の秋風vento autunnale del grano) o mugiarashi (麦嵐, tempesta di grano), mentre le spighe ondeggianti nei campi sono chiamate mugi no nami (麦の波, onde del grano).
Lo shōman come gli altri periodi solari, si suddivide a sua volta in 3 fasi.
蚕起食桑 – Kaiko okite kuwa wo hamu
Durante questa prima fase, che segna l’inizio dello shōman, l’appetito dei bachi da seta cresce e divorano voracemente le foglie di gelso che usano come cibo. Alla fine, i bozzoli filati dai bachi da seta si trasformano in splendidi fili di seta.
紅花栄 – Benibana sakae
È il periodo in cui il cartamo sboccia in splendidi fiori color arancio-giallastro. Il cartamo o zafferone, benibana in giapponese, è giallo brillante nel momento della fioritura, ma diventa gradualmente rosso man mano che cresce. Dalla corolla del suo fiore sin dall’ antichità si estraggono due colori (il cremisi ed il giallo) utilizzati, dalle persone di corte, come coloranti per stoffe e tessuti e veniva utilizzato per tingere seta.
麦秋至 – Mugi no toki itaru
Letteralmente, “l’arrivo dell’autunno del grano”. È il periodo in cui le spighe di grano raggiungono la maturazione.
Durante lo shōman, per alcuni giorni, il cielo rimane coperto e piove a tratti. Questo fenomeno meteorologico, che precede l’inizio della vera e propria stagione delle piogge (梅雨, tsuyu), è chiamato hashiri zuyu (走り梅雨) o tsuyu no hashiri (梅雨の走り) ed è considerato un termine stagionale. Al termine di questa fase, il tempo si apre e torna sereno, ma subito dopo inizia la vera stagione delle piogge.
Un mio collega, che ha vissuto molto tempo ad Okinawa, mi ha spiegato che in quella zona la stagione delle piogge inizia prima rispetto al Kyūshū dove mi trovo ora. Lo tsuyu iniziai spesso a cavallo tra lo shōman e il periodo successivo, il bōshu (芒種) e si usa spesso l’espressione “shōman-bōshu“, che viene spesso pronunciata “sūman-bōsu” per indicare la stagione delle piogge stessa.
Oltre ad essere un momento di abbondanza per la natura, shōman assume anche un significato simbolico. Il grano dorato che matura nei campi rappresenta il frutto del duro lavoro e della dedizione, un monito a perseverare per raccogliere i frutti dei propri sforzi.
La suddivisione in tre fasi, ognuna caratterizzata da eventi naturali e fenomeni atmosferici peculiari, offre un ulteriore spunto di riflessione sulla ciclicità della vita e l’armonia che regna nel mondo naturale.
In definitiva, shōman è un periodo ricco di significato che ci invita ad apprezzare la bellezza della natura, a celebrare i frutti del lavoro e a riflettere sulla ciclicità della vita. Un momento per rallentare, osservare il mondo che ci circonda e trarne ispirazione.