Kanro


In Giappone siamo entrati nel periodo del kanro (寒露), uno dei nijūshisekki (二十四節気) o 24 termini solari. Questo periodo, caratterizzato dalla prima rugiada mattutina segna il pieno arrivo dell’autunno. La natura si prepara al letargo invernale offrendo uno spettacolo di colori indimenticabile: le foglie degli alberi si tingono di rosso, arancione e giallo, creando un paesaggio mozzafiato.

Kanro, il diciassettesimo termine solare

Come già scritto in altri articoli di questo blog i nijūshisekki (二十四節気) o 24 termini solari, suddividono l’anno in 24 periodi, ognuno con un nome che riflette le caratteristiche climatiche e stagionali.

Passato il lungo periodo delle piogge dello shūrin (秋霖), che accompagna l’inizio dell’autunno, l’aria si fa più fresca e i cieli più limpidi, creando uno scenario perfetto per ammirare le prime sfumature autunnali. Un periodo di transizione ricco di fascino, dove la natura si rinnova e si prepara ad affrontare il freddo invernale.

In autunno, il cielo è alto e i cavalli ingrassano.

Come recita un antico proverbio cinese:

天高く馬肥ゆる秋
Tentakaku umakoyuru aki
In autunno, il cielo è alto e i cavalli ingrassano

Questo proverbio, spesso tradotto come “In autunno, il cielo è alto e i cavalli ingrassano”, sembra celebrare la bellezza e l’abbondanza dell’autunno. Tuttavia, le sue origini nascondono un significato più profondo. In realtà, questo proverbio era inizialmente un avvertimento riguardo alle tribù nomadi che, proprio in autunno, quando i loro cavalli erano più forti e ben nutriti, compivano incursioni e prendevano i villaggi.

Micro stagioni del kanro

Oltre ai 24 termini solari, esiste una divisione stagionale più dettagliata conosciuta come shichijūnikō (七十二候) che potremmo tradurre in italiano come “72 micro-stagioni”. Ciascuno dei 24 termini solari viene quindi ulteriormente diviso in tre periodi di circa cinque giorni.

Kanro si divide in tre periodi:

Kōgan-kitaru (鴻雁来): un’antica tradizione giapponese che celebra l’arrivo delle oche selvatiche. Questo evento, ricco di significato simbolico, segna l’inizio dell’autunno e l’avvicinarsi dell’inverno. Le oche, con il loro volo maestoso, sono da sempre considerate messaggere dei kami e simboli di longevità e fedeltà e sono spesso citate in poesie, canzoni e ritrarre in opere d’arte.

Kiku no Hana Hiraku (菊花開): una celebrazione dell’autunno giapponese, quando i crisantemi, simbolo di perfezione e rinascita, colorano i giardini. Questa antica espressione evoca una profonda connessione con la natura e le tradizioni nipponiche, dove i crisantemi sono protagonisti di numerose festività autunnali.

Kirigiri suto ari (蟋蟀在戸), letteralmente “i grilli cantano alla porta”, è un’espressione che evoca l’atmosfera unica dell’autunno in Giappone. Questo termine indica il periodo in cui i grilli, in particolare il suzumushi (鈴虫), o grillo campana, iniziano a cantare le loro melodiose serenate.

Il termine kirigiri-suto-ari utilizza il kanji antico “蟋蟀” (kirigirisu), che un tempo indicava genericamente i grilli. Oggi, il termine più comune è “koorogi“. L’espressione “alla porta” sottolinea l’intimità e la familiarità con cui molti giapponesi percepiscono il canto dei grilli, quasi come se fossero ospiti benvenuti nelle loro case.

Un suono inconfondibile

Il canto del grillo maschio, che si protrae per circa venti giorni durante l’autunno, è inconfondibile. Il suono prodotto dallo sfregamento delle ali ricorda quello di un dito che scorre su un pettine o, secondo la tradizione giapponese, il tintinnio di una piccola campana, da cui il nome “suzumushi“.

Una tradizione antica

L’ascolto del canto dei grilli è una tradizione profondamente radicata nella cultura giapponese. Da secoli, i giapponesi apprezzano la bellezza e la serenità del loro canto, che viene associato all’arrivo dell’autunno e alla contemplazione della natura.

Nagasaki Kunchi

Il festival dello Okunchi (おくんち) è un tesoro culturale del Giappone, che celebra la ricca storia multietnica e le tradizioni di Nagasaki. Questa antica festa, nata dalla fusione di elementi locali, cinesi, olandesi e portoghesi è un esempio straordinario di come la cultura possa evolversi e adattarsi nel corso dei secoli. Il Kunchi è molto più di una semplice festa: è un’espressione dell’identità di Nagasaki e un ponte tra passato e presente.

Nella parte settentrionale del Kyūshū, un crogiolo di culture e un’antica tradizione cinese si sono mescolati con le usanze locali, dando vita a una trilogia di spettacolari festival, noti collettivamente come i nihon sandai kunchi (日本三大くんち), ovvero i “Tre Grandi Festival Kunchi del Giappone”. Ciascuno di questi eventi, un vero e proprio capolavoro di coreografia e tradizione, offre uno spettacolo unico e indimenticabile. Il più famoso, quello di Nagasaki, è un trionfo di colori e suoni che incanta ogni anno migliaia di spettatori. Ma anche l’Hakata Kunchi di Fukuoka e il Karatsu Kunchi, con le loro sfilate e danze tradizionali, animano le città con un’energia contagiosa, trasformandole in veri e propri palcoscenici a cielo aperto.

Si dice che questo festival abbia avuto origine a Nagasaki nel 1634, quando una prostituta dedicò una rappresentazione conosciuta con il nome di komai (小舞), un’espressione artistica che rifletteva la vibrante cultura multietnica della città, al santuario di Suwa (諏訪神社, suwajinja) la dimora del kami protettore di Nagasaki. Da quel momento, il festival è cresciuto in modo esponenziale, radicandosi profondamente nel cuore dei cittadini e diventando un vero e proprio patrimonio culturale.

Durante i tre giorni di festa, i vari quartieri della città, gli odocchō (踊町), si sfidano in spettacolari rappresentazioni tradizionali, un mosaico di influenze culturali che spazia dalla Cina all’Olanda e al Portogallo. Queste esibizioni, riconosciute come Beni Culturali Folklorici Intangibili dal governo giapponese, sono un tesoro vivente che celebra la storia e l’identità culturale di Nagasaki.


L’autunno, con le sue giornate miti e le notti che si allungano lentamente, invita a godere appieno della natura. Le foglie degli alberi si tingono di mille colori, creando paesaggi mozzafiato perfetti per lunghe passeggiate o picnic all’aria aperta. Un’atmosfera magica avvolge i parchi e i giardini, rendendo questo periodo dell’anno ideale per rilassarsi e ricaricare le energie prima dell’arrivo dell’inverno.





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