Situata nella prefettura di Mie (三重県, Mie-ken), nella regione del Kansai, Watakano-jima (和高野島) è un isola con una circonferenza di circa sette chilometri e ospita una piccola comunità di circa 180 abitanti. La sua posizione privilegiata all’interno dell’ Ise-shima kokuritsu kōen (伊勢志摩国立公園, il “parco nazionale di Ise-shima“) la dipinge come un’oasi di bellezza naturale, ma la sua storia è molto più complessa di una semplice cartolina.
Dietro la facciata di tranquillità si cela un passato affascinante e intricato, un intreccio di antiche rotte commerciali, attese ventose e un legame, per lungo tempo indissolubile, con l’industria del piacere. Un passato che, pur essendo parte integrante della sua identità, non la definisce completamente, mentre l’isola cerca oggi di tracciare un nuovo cammino, valorizzando le sue ricchezze naturali e la sua ritrovata tranquillità.
Come abbiamo già approfondito in un precedente articolo disponibile sul nostro blog “Ombrelli Rotti”:
“Le ombre cangianti del crisantemo: uno sguardo alla prostituzione in Giappone”
la prostituzione in Giappone ha una storia lunga e complessa. Sebbene sia stata vietata per legge nel 1956, diverse scappatoie e interpretazioni hanno permesso all’industria del sesso di prosperare, lasciando un’eredità culturale e sociale tutt’oggi palpabile.
Gli yūkaku
Per comprendere appieno il contesto storico di Watakano-jima, è utile volgere lo sguardo al periodo Edo (1603-1868). Durante questo periodo, lo shogunato Tokugawa istituì delle aree designate per la prostituzione, conosciute come yūkaku (遊廓), situate ai margini delle città. Tra i più celebri ricordiamo Yoshiwara (吉原) a Edo (l’odierna Tōkyō).
Istituito nel 1617, inizialmente in un’area vicina a Nihonbashi, fu in seguito spostato nella zona di Asakusa dopo un devastante incendio nel 1657, diventando noto come “Shin-Yoshiwara“. Questo quartiere era frequentato da samurai, mercanti e membri delle classi sociali più elevate, che si intrattenevano con le famose oiran (花魁) che, con la loro bellezza, eleganza e raffinatezza, erano considerate vere e proprie celebrità dell’epoca.
Con la restaurazione Meiji nel 1868 e l’apertura del Giappone all’Occidente, Yoshiwara conobbe un graduale declino, fino all’abolizione ufficiale della prostituzione, che segnò la fine non solo di Yoshiwara, ma di tutti gli yūkaku.
La storia si Watakano-jima
Ma la storia della prostituzione in Giappone non si limitava ai grandi centri urbani. Anche realtà più piccole, come Watakano-jima, hanno avuto un ruolo in questa complessa vicenda. L’isola, situata lungo la kitamebune (北前船), la principale rotta marittima che collegava Edo e Osaka, era un importante kazemachi minato (風待ち港), letteralmente un “porto di attesa del vento”.
In un’epoca in cui la navigazione dipendeva interamente dalle vele, i marinai dovevano spesso attendere condizioni meteorologiche favorevoli per proseguire il viaggio. Questi porti di attesa, come Watakano-jima, si trasformavano così in vivaci centri di scambio commerciale e, inevitabilmente, di intrattenimento e piacere. La presenza di un flusso costante di marinai in cerca di svago favorì lo sviluppo di attività legate alla prostituzione, che divennero parte integrante dell’economia dell’isola.
Pur non essendo riconosciuta formalmente come yūkaku, l’isola divenne nota per le sue attività legate alla prostituzione, tanto da essere soprannominata baishun-tō (売春島), letteralmente “isola della prostituzione”.
L’abolizione della prostituzione nel 1956 non segnò, tuttavia, l’immediato declino di queste attività sull’isola, che continuarono a prosperare. Dopo l’entrata in vigore della legge anti-prostituzione, l’attività di prostituzione sull’isola declinò temporaneamente, per poi rifiorire negli anni ’60. Tuttavia, questa prosperità iniziò gradualmente a diminuire. Dalla fine degli anni ’80, le prostitute passarono dall’essere principalmente donne giapponesi a essere soprattutto donne provenienti dal sud-est asiatico, che accettavano salari inferiori.
Negli anni 2000, gli sforzi di porre termine all’industria dell’intrattenimento sull’isola si intensificarono e, nell’anno precedente al vertice del G7 del 2016 tenutosi a Ise-Shima, sull’isola furono stanziati agenti di polizia, che allontanarono la maggior parte delle prostitute.
Oggi, Watakano-jima si trova a un bivio. Dopo aver convissuto a lungo con l’ombra di un passato controverso, l’isola sta cercando di reinventarsi, di attrarre un nuovo tipo di turismo, concentrandosi sulla sua bellezza naturale e sulla sua posizione privilegiata all’interno del parco nazionale di Ise-shima. Riuscirà Watakano-jima a superare definitivamente l’eredità del suo passato e a costruire un futuro prospero basato sulla sua identità rinnovata? La sfida è complessa, ma il potenziale per una rinascita, fondata sulla valorizzazione del suo patrimonio naturale e culturale, è certamente presente, offrendo ai visitatori un’esperienza autentica e lontana dagli stereotipi.