Jūsanya


La magia della luna nella cultura giapponese

L’uomo, da sempre affascinato dagli astri, ha rivolto al cielo notturno e alla sua candida regina uno sguardo colmo di reverenza e meraviglia. Il termine jūsanya (十三夜), mutuato dall’antico calendario lunare giapponese, indica la tredicesima notte di ogni mese lunare. In particolare, si riferisce all’osservazione lunare che si celebra il 13° giorno del decimo mese lunare. Circa un mese dopo il più celebre jūgoya (十五夜), il jūsanya è considerato la seconda notte dell’anno in cui il nostro satellite naturale emana una luce di straordinaria bellezza. Per questo motivo, viene spesso denominata la “luna successiva”, nochi no tsuki (後の月), ed è da sempre una tradizione profondamente radicata nella cultura nipponica.

A differenza del jūgoya, con le sue radici affondate nella tradizione cinese, il jūsanya è un’usanza esclusivamente nipponica che pone l’accento sulla gratitudine per i frutti della terra, in particolare per il ricco raccolto autunnale, specialmente nelle regioni dove la mietitura del riso è giunta al termine. In un’epoca in cui l’uomo si affidava al ciclo lunare per scandire il tempo, la luna rivestiva un ruolo centrale nella vita quotidiana.

È un equivoco comune pensare che il jūsanya, che cade il 13° giorno del nono mese lunare, corrisponda sempre al 13 ottobre del nostro calendario. In realtà, il calendario lunare e quello gregoriano non sono perfettamente sincronizzati. Il primo, basato sulle fasi lunari, è più breve di circa undici giorni rispetto al secondo. Di conseguenza, la data esatta del jūsanya nel nostro calendario varia di anno in anno, collocandosi generalmente tra i primi di ottobre e i primi di novembre. Inoltre, poiché il ciclo lunare non è costante, anche la luna piena del jūgoya può subire delle fluttuazioni di un giorno rispetto all’anno precedente.

Il calendario lunare ha inizio con la luna nuova ogni mese. La luna piena si verifica tipicamente tra il 14° e il 17° giorno. Il jūgoya, che cade il 15° giorno, presenta una luna piena o quasi piena. Nonostante durante la notte del jūsanya la luna sia leggermente calante, è considerata la seconda notte dell’anno più propizia per ammirare la candida regina della notte.

Le origini del jūsanya

Come per altre tradizioni anche le origini del jūsanya sono avvolte nel mistero, ma la tradizione più accreditata le attribuisce un’origine imperiale. Si narra che l’Imperatore Daigo (醍醐天皇), durante il florido periodo Heian (794-1185) organizzasse sontuosi banchetti sotto la luce della luna, intrattenendo i suoi nobili ospiti con raffinate poesie. Un’altra testimonianza letteraria, risalente al tardo periodo Heian, descrive un meigetsu no utage (名月の宴), un “banchetto della luna piena”, durante il quale l’Imperatore Uda (宇多天皇) compose un verso di ammirata contemplazione della luna, a riprova di una pratica già profondamente radicata nella cultura di corte.

Nella tradizione nipponica, sia la quindicesima che la tredicesima notte del mese lunare sono considerate occasioni propizie per l’osservazione della luna. Tuttavia, ammirare solo una di queste due lune, usanza nota come katamitsuki (片見月) o katatsukimi (片月見), è considerato di cattivo auspicio, portando sfortuna a chi lo fa. Al contrario, l’osservazione congiunta della quindicesima e della tredicesima notte, denominata futatsuki (二夜の月), è considerata un rito propiziatorio, simbolo di armonia e buon auspicio.

Due lune, un’unica magia: nochi no jūgoya e nochi no jūsanya

Negli anni in cui si verifica un uruuzuki (閏月), un mese intercalare inserito tra settembre e ottobre per sincronizzare il calendario lunare con quello solare, si ha la fortunata opportunità di celebrare due volte sia lo tsukimi del 15 che quello del 13. Queste seconde celebrazioni sono denominate rispettivamente nochi no jūgoya (後の十五夜) e nochi no jūsanya (後の十三夜), letteralmente “successivo quindicesimo giorno del mese lunare” e “successivo tredicesimo giorno del mese lunare”. Tale evento astronomico offre agli appassionati un doppio appuntamento con la candida regina della notte.

Nelle regioni orientali del Giappone, un’ulteriore celebrazione lunare, il tookanya (十日夜), si svolge il 10 ottobre del calendario lunare. A differenza dello tsukimi, focalizzato sull’aspetto estetico della luna, il tookanya ha un significato più profondo, intrinsecamente legato ai ritmi della natura e ai cicli agricoli. Si credeva, infatti, che la luna di quella notte segnasse la conclusione dei lavori nei campi, diventando così un simbolo di ringraziamento per i frutti della terra e di auspicio per il futuro.

Perché sono importanti queste celebrazioni?

Queste tradizioni millenarie testimoniano l’intima connessione che il popolo giapponese ha sempre intrattenuto con i ritmi della natura. L’osservazione della luna, oltre a essere un momento di soave contemplazione, era un rituale che scandiva i tempi dell’agricoltura e della vita comunitaria, esprimendo gratitudine per i doni della terra. Si credeva, infatti, che un cielo stellato durante queste celebrazioni fosse un presagio di abbondanza e benessere per l’anno venturo.

Radicate nel cuore della cultura giapponese, sono state per secoli un potente collante sociale, riunendo le comunità attorno a un rito condiviso. Osservare la luna insieme ai propri cari era un modo per rafforzare i legami familiari e amicali, tramandando di generazione in generazione un patrimonio di valori e tradizioni.

Nonostante l’incalzare della modernità, l’antica usanza di osservare la luna resiste tenacemente, tramandata come un prezioso patrimonio culturale. In un mondo sempre più frenetico, l’atto di volgere lo sguardo al cielo notturno offre un’ancora di salvezza, un momento di pausa per riconnettersi con le proprie radici e con i cicli naturali.

Quest’anno, la luna ha illuminato il cielo giapponese con una luminosità inusuale in occasione del jūgoya, che è caduto il 17 settembre, un martedì. E a breve, il 15 ottobre, sempre di martedì, sarà la volta del jūsanya. Questi appuntamenti annuali con la luna, dettati dall’ instancabile moto del nostro satellite, sono per noi un’occasione imperdibile per celebrare la bellezza effimera della natura e rinsaldare i legami familiari.

La luna dei fagioli e delle castagne

Il jūsanya è noto anche come mame meigetsu (豆名月), la “luna dei fagioli”, o kuri meigetsu (栗名月), la “luna delle castagne”. Questi nomi evocativi ci riportano alle antiche usanze agricole, quando i raccolti autunnali di fagioli e castagne venivano offerti alla luna in segno di gratitudine. Un rito che celebrava non solo l’astro luminoso, ma anche i frutti della terra e i sapori inconfondibili della stagione autunnale.

Offerte esclusive per la notte del jūsanya

Nella suggestiva atmosfera del jūsanya si rinnova l’antico rituale di offrire alla luna i frutti più pregiati della terra. Un gesto di profonda gratitudine che fortifica il legame ancestrale con la divinità celeste.

Similmente al jūgoya, anche in questa occasione si offrono i deliziosi tsukimi-dango (月見団子), dolcetti di riso dalla forma sferica che simboleggiano la luna piena. Tuttavia, per il jūsanya si segue una disposizione particolare: nove dango al primo livello e quattro al secondo, a rappresentare un auspicio di abbondanza e prosperità. Questi doni vengono esposti in un luogo visibile alla luce lunare o nel tradizionale tokonoma, l’alcova presente in molte case giapponesi dove si ê soliti esporre gli oggetti più preziosi seguendo spesso il ritmo delle stagione come usa fare mia moglie.

Assieme ai dango, si offrono altri prodotti del raccolto autunnale: castagne, grappoli d’uva succosa e altre prelibatezze di stagione. Ogni frutto è un omaggio alla generosità della natura e un augurio di fertilità per l’anno venturo.

Un elemento imprescindibile delle offerte è il susuki (すすき), il miscanto dalle lunghe e sottili spighe. Questa graminacea, considerata un yorishiro (依代), un tramite sacro per comunicare con gli spiriti, è da sempre venerata per la sua capacità di invitare e accogliere le divinità celesti. Si narra che il suo fusto cavo sia il rifugio degli kami (神), gli spiriti ancestrali.

Mia moglie di solito mette il susuki  in un vaso, spesso in compagnia di altri fiori autunnali. Inoltre, si crede che le affilate lame del miscanto abbiano il potere di allontanare gli spiriti maligni e proteggere le case dalle calamità. Per questo motivo, dopo la notte del jūsanya è consuetudine appendere le spighe di miscanto all’ingresso delle abitazioni, per proteggere le famiglie dalle energie negative.


Da millenni, la cultura giapponese intreccia indissolubilmente l’esistenza umana con i ritmi della natura. L’osservazione della luna, un rito ancestrale, ci invita a rendere omaggio all’autunno, un periodo di abbondanza e trasformazione. In un’epoca dominata dalla frenesia, concedersi un momento di contemplazione sotto la luce lunare rigenera l’anima, un modo per riconnettersi con le proprie radici e ritrovare un profondo senso di pace interiore.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *