
Kyōtsū Tesuto: il trampolino o l’ostacolo per l’università in Giappone
Gennaio in Giappone, tra festività e tensione
Gennaio in Giappone è un mese di vivaci celebrazioni, dalla solennità del Capodanno (元日, ganjitsu) alle gioiose festività del giorno della maggiore età (成人の日, seijin no hi) e alle tradizionali osservanze del Piccolo Capodanno (小正月, koshōgatsu).
Eppure, in mezzo all’atmosfera festosa, aleggia una palpabile tensione, soprattutto per gli studenti dell’ultimo anno delle superiori: il test comune di ammissione all’università (大学入学共通テスト, daigaku nyūgaku kyōtsū tesuto), un esame cruciale che può influenzare significativamente il loro futuro.
La storia del kyōtsū tesuto
Questo esame, semplicemente chiamato kyōtsū tesuto, è diventato un momento cruciale nella vita di innumerevoli studenti giapponesi. Le sue origini risalgono al 1979 con l’introduzione dell'”esame comune di primo grado” (共通一次試験, kyōtsū ichiji shiken). Questa prima versione mirava a fornire una valutazione standardizzata per l’ingresso alle università statali. Nel 1990, il test subì un cambio di nome e lievi revisioni, diventando l'”esame nazionale unificato di ammissione all’università” (センター試験, sentā shiken). Questa versione rimase in vigore per oltre tre decenni, diventando un elemento consolidato del panorama accademico giapponese.
Infine, nel 2021, il test si è evoluto nella sua forma attuale, il kyōtsū tesuto, riflettendo un cambiamento di rotta verso la valutazione non solo della memorizzazione mnemonica, ma anche del pensiero critico, del giudizio e delle capacità espressive.
Struttura e funzionamento dell’ esame
Gestito dal “centro nazionale per gli esami di ammissione all’università” (独立行政法人大学入試センター, dokuritsu gyōseihōjin daigaku nyūshi sentā), il kyōtsū tesuto rappresenta il primo passo fondamentale per gli studenti che desiderano accedere alle università pubbliche attraverso la procedura ordinaria di ammissione.
L’importanza di questo esame è ulteriormente sottolineata dall’uso che ne fanno numerose università private, che integrano i punteggi ottenuti dagli studenti nel kyōtsū tesuto, nel loro processo interno di selezione, (共通テスト利用, kyōtsū tesuto riyō), coinvolgendo così un vasto numero di aspiranti universitari.
L’ autovalutazione e la scelta dell’università
Il test, che si tiene tipicamente di sabato e domenica intorno a metà gennaio, prevede la risposta a domande a scelta multipla su fogli ottici in una vasta gamma di materie. Sebbene i risultati ufficiali non vengano rilasciati immediatamente, i candidati possono valutare autonomamente la propria performance confrontando le proprie risposte con quelle pubblicate poco dopo il test. Questa autovalutazione svolge un ruolo cruciale nel decidere a quali università candidarsi per i successivi esami secondari specifici per l’università (二次試験, niji shiken).
L’impatto sociale: il juken jigoku
Pressione e competizione
L’importanza sociale del kyōtsū tesuto non può essere sottovalutata. Rappresenta il culmine di anni di studio e preparazione rigorosi, e il successo all’esame è spesso visto come una porta d’accesso a migliori prospettive di carriera e mobilità sociale. Questa enfasi sul successo accademico ha creato un ambiente altamente competitivo, che spesso porta a un’immensa pressione sugli studenti. L’intensa concentrazione sulla preparazione all’esame, nota come juken jigoku (受験地獄, letteralmente “inferno degli esami”), può avere conseguenze negative sul benessere mentale e fisico degli studenti.
Il juken jigoku non è una semplice metafora, ma una realtà fatta di studio incessante, pressione familiare e sociale, isolamento e competizione spietata. Molti studenti trascorrono innumerevoli ore a studiare, spesso frequentando i juku (istituzioni private molto diffuse in Giappone, simili a dopo scuola, che offrono lezioni extrascolastiche a studenti di tutte le età, dall’asilo fino alle superiori, in preparazione degli esami di ammissione) serali e nei fine settimana, sacrificando il sonno, il tempo libero e le interazioni sociali. La pressione per il successo, alimentata dalle aspettative familiari e dalla forte enfasi sociale sul rendimento scolastico, può portare a gravi problemi di salute mentale e fisica, tra cui ansia, stress, depressione e disturbi del sonno. La competizione per l’ammissione alle università più prestigiose è feroce, e coloro che non superano gli esami possono diventare rōnin (浪人), studenti che trascorrono un altro anno a prepararsi per riprovare l’anno successivo, con un ulteriore aggravio di stress e costi. La pressione per ottenere buoni risultati può portare ad ansia, stress e persino depressione.
Critiche al sistema
Sebbene il kyōtsū tesuto miri a fornire una valutazione equa e standardizzata, i critici sostengono che enfatizzi ancora fortemente la memorizzazione mnemonica e potrebbe non cogliere appieno i diversi talenti e le diverse abilità degli studenti. L’enfasi sui test standardizzati contribuisce anche all’ambiente, spesso considerato oppressivo, che circonda l’ingresso al mondo universitario giapponese.
Il sistema di ammissione alle università giapponesi
Kyōtsū tesuto e niji shiken
La struttura delle ammissioni universitarie in Giappone è complessa. Le università pubbliche generalmente impiegano un processo a due fasi: il kyōtsū tesuto e il niji shiken. Il peso dato a ciascuno varia a seconda dell’università. Ad esempio, l’Università di Tōkyō, l’istituzione più prestigiosa del paese, utilizza il kyōtsū tesuto principalmente per la selezione iniziale e, il niji shiken, che ha un peso significativamente maggiore per la selezione finale. Ci sono alcune università, tuttavia, si affidano esclusivamente al kyōtsū tesuto per le ammissioni.
I niji shiken si tengono in date diverse, consentendo agli studenti di candidarsi a più università. Le università nazionali offrono in genere due opportunità: il “periodo anticipato” (前期日程, zenki nittei) e il “periodo posticipato” (後期日程, kōki nittei). Le università private hanno i propri esami di ammissione indipendenti, offrendo spesso più date per i test.
Il kyōtsū tesuto rimane un’appuntamento significativo per gli studenti giapponesi. Sebbene si sforzi di fornire una valutazione standardizzata e oggettiva delle capacità accademiche, evidenzia anche l’intensa pressione e l’alta posta in gioco associate all’ingresso all’università in Giappone.
L’evoluzione dell’esame nel corso dei decenni riflette gli sforzi continui per migliorare l’equità e la completezza del processo di valutazione, ma l’impatto sociale ed emotivo sugli studenti rimane una preoccupazione critica.
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